venerdì 6 aprile 2012

LECH WAŁESA

Vi voglio parlare oggi di un grande della storia polacca ed europea, che io considero uno dei più grandi personaggi viventi. Ebbi l'onore di conoscerlo nell'ottobre del 2010 a Danzica, quando presi parte ad un progetto dal titolo Pokolenie Solidarności ovvero "Generazione Solidarietà". Un uomo semplice, innamorato della vita e della sua famiglia, è sposato con Danuta dal 1968 e ha otto figli. Un uomo che ha dedicato e rischiato la vita per la sua Nazione, affinché la Polonia tornasse ad essere libera.
Costui si chiama Lech Wałęsa, premio Nobel per la pace nel 1983, nello stesso anno in cui in Polonia fu revocata la legge marziale. Un elettricista, che sin da giovane si fece promotore dei diritti dei lavoratori all'interno del sindacato Niezależny Samorządny Związek Zawodowy Solidarności , che significa "Sindacato Autonomo e Indipendente di Solidarietà", il cui progetto politico si ispirava alla dottrina cristiano-sociale. Era il più popolare sindacato (all'inizio illegale), che si confrontava e spesso si scontrava col Partito Comunista Polacco, unico partito legale in un Paese che di fatto era uno Stato fantoccio dell'Unione Sovietica. Lech era fortemente legato alla figura di Papa Wojtyła, che incontrò diverse volte. Ma Lech lo ricordiamo soprattutto per una lunga serie di scioperi a Danzica, nei cantieri navali (Danzica, nel nordovest della Polonia, è la quarta città del Paese e dopo Lubecca e Stoccolma è il terzo porto del Mar Baltico), il primo dei quali nel 1970, che si concluse tragicamente: 80 operai furono uccisi dalla "Milicja" (così si chiamava la Polizia all'epoca). Lech per il suo comportamento "anti-socialista" fu arrestato. Nel 1976 perse il lavoro ai cantieri navali per aver raccolto delle firme per una petizione in favore dei lavoratori uccisi. Nel 1978, assieme a Andrzej Gwiazda e a Aleksander Hall, fonda la Wolne Pomorskie Związki Zawodowe , l'associazione dei sindacati liberi di Pomerania. Nel 1979 viene arrestato più volte con l'accusa di comportamenti anti statali, ma venne rilasciato nel 1980 per insufficienza di prove.
Gli eventi dell'agosto 1980 ai cantieri navali di Danzica furono cruciali. Lo sciopero non fu più un episodio isolato, bensì preso a modello per molte altre libere manifestazione in tutta la Nazione e, qualche giorno dopo, Lech convince i lavoratori in procinto di lasciare Danzica a rimanere lì e a fondare il Międzyzakładowy Komitet Strajkowy per condurre e supportare lo sciopero generale in Polonia e quest'iniziativa ebbe successo. Il mese successivo Solidarność fu legalizzata fino all'anno successivo, quando Segretario Generale del Partito Comunista polacco divenne il Generale Wojciech Jaruzelski, il quale dichiarò il 13 dicembre 1981 lo stato di legge marziale. Lech fu internato per 11 mesi nel sudest della Polonia, alla frontiera Sovietica. Fu rilasciato nel 1982. L'anno successivo fu insignito nel premio Nobel per la pace, ma non poté recarsi a Stoccolma per ritirarlo, temendo di non poter rientrare più in Patria. Lasciare la Polonia negli anni '80 era quasi interdetto. Sua moglie Danuta ritirò il premio al posto suo donando il corrispettivo in danaro ai quartieri generali di Solidarność, temporaneamente in esilio a Bruxelles. Nel 1987 Solidarność divenne semi-legale. Nel 1988 fu indetto uno sciopero generale per chiederne la completa legalizzazione. Nel 1989 furono organizzate le prime elezione semi-libere della storia del Paese e nel 1990 Lech divenne Presidente della Repubblica Polacca (e non "di Polonia", come era la nomenclatura ufficiale negli anni della Guerra Fredda) e scelse di affidare la Presidenza del Consiglio a Tadeusz Mazowiecki. La legislatura durerà fino al 1995 (in Polonia una legislatura dura, così come in Italia, cinque anni). Nel 2000 si ricandidò alle presidenziali, ma ricevette solo l'1% delle preferenze e si ritirò dalla vita politica. Oltre al Nobel, Lech fu insignito altresì di diverse lauree honoris causa da parte di molte Università europee e nordamericane.  

Nessun commento:

Posta un commento